Roma, il nuovo piano sicurezza: "Polizia
in centro e carabinieri in periferia"

Roma, il nuovo piano sicurezza: "Polizia ​in centro e carabinieri in periferia"

di Paola Lo Mele
Un piano per delocalizzare i presidi delle forze dell'ordine a Roma, con una prevalenza di polizia in centro e di carabinieri in periferia. A parlarne, nella sede nazionale della Confcommercio, è il viceprefetto Ferdinando Santoriello: «Sono circa due anni che si ragiona insieme al Comune di Roma e al Demanio», per le periferie è necessario «trovare gli immobili, ristrutturarli», mentre «bisogna chiudere i presidi di polizia al centro, che sono oggettivamente troppi».





Anche per evitare sovrapposizioni, «si sta cercando di dare un tipo di organizzazione differente – spiega il viceprefetto di Roma -: portare i carabinieri nelle zone periferiche e mantenere la polizia di stato al centro. È anche una divisione territoriale, oltre che di competenza». Alla base c'è «una evidente sperequazione» delle forze dell'ordine sul territorio che si sta cercando di superare «a fatica»: i presidi «hanno una certa concentrazione nelle zone centrali - sottolinea -. Ci sono alcuni municipi dove il rapporto tra poliziotti e popolazione è pari a 1 a 200-250, mentre ci sono le periferie dove il rapporto è a 1 a 2.500. Non nascondo che qui ci sia un problema di presidio del territorio».



Santoriello, quindi, fa uno spaccato preciso della situazione sicurezza nella Capitale, dall'analisi demografica al problema dei fondi passando per la crisi economica. «C'è stato un aumento di residenti (330 mila persone in più) senza lo stesso aumento di occupazione» dal 2007 al 2013, con la nuova popolazione che, in sostanza, «è in larga misura priva di un'occupazione o di un'occupazione regolare.



Questo non può che moltiplicare le occasioni di devianza. All'incremento di popolazione residente e del relativo bisogno di sicurezza - racconta -, purtroppo non è corrisposto un aumento della spesa pubblica per la sicurezza. Non c'è stato un accrescimento delle risorse dedicate alle forze di polizia sul territorio, per cui siamo costretti a fare con quello che avevamo, forse anche in diminuzione rispetto al passato». Come se non bastasse, la Capitale ospita costantemente manifestazioni locali e nazionali che assorbono «gran parte delle forze» già «esigue». Per aumentare i presidi delle forze dell'ordine in periferia bisogna non solo trovare gli immobili ma anche ristrutturarli.



«Il problema anche qui - rimarca il viceprefetto - è che per fare queste cose vanno trovati i fondi necessari. Per ristrutturare un immobile da utilizzare per le forze di polizia ci sono requisiti tecnici che rendono la cosa abbastanza costosa. Al ministero i fondi non ci sono, li stiamo chiedendo al ministero dell'economia per avviare questa pianificazione che ormai è stata definita nei suoi aspetti più precisi». Infine, Santoriello coglie l’occasione anche per parlare della rivolta anti-immigrati a Tor Sapienza e del trasferimento di un gruppo di minori nel centro dell’Infernetto: «La presenza di questi ragazzi non può alterare il tessuto sociale o culturale di quella zona. E' una situazione di esasperazione in cui i toni crescono a prescindere da quello che succede».



I COMMERCIANTI: "SIAMO MENO SICURI" (di Flavia Scicchitano) Più della metà dei commercianti romani considera diminuito il livello di sicurezza della propria attività. E' quanto emerge da un'indagine della Confcommercio. Al questionario, inviato a circa 5000 imprenditori, hanno risposto in maniera anonima in 400. Negli ultimi due anni per il 52,7% di questi - soprattutto albergatori, tabaccai e grossisti - è peggiorata la sicurezza, per il 41,3% non c'è stato alcun cambiamento e per il 5,4% è migliorata.

«Il 66,4% delle imprese ha visto aumentare i furti, il 55% le rapine, il 28,9% i fenomeni di usura e il 26,6% le estorsioni», spiegano dalla Confcommercio di Roma. Con il presidente Rosario Cerra che sottolinea: «La sicurezza è un fattore economico molto importante, i commercianti dimostrano di non sentirsi sicuri. La percezione è un'insufficiente copertura da parte delle forze dell'ordine». Per quasi il 29% delle imprese, inoltre, è aumentato il fenomeno dell'usura. «E' sempre più difficile ottenere credito - commenta Cerra -. Sembra che la politica delle banche sia di tutelare se stesse. Dovremmo trovare soluzioni insieme alle istituzioni per aprire questi cordoni». Capitolo estorsioni: per quanto l'86% delle imprese abbia risposto di non aver mai ricevuto minacce o intimidazioni a tal fine, «il 9,6% ha dichiarato di averne personalmentericevute una o più volte».

Le soluzioni? Secondo il 62,3% degli intervistati la misura più efficiente sarebbe una maggiore protezione sul territorio da parte delle forze dell'ordine, per il 53,2% la certezza della pena, per il 27,9 il poliziotto di quartiere.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 27 Novembre 2014, 09:08
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