La rete dello spaccio partiva dalla periferia Est ma i clienti erano soprattutto residenti in altre zone della città, quelle dove abitano le famiglie più benestanti. Ci sono anche professionisti e imprenditori tra i consumatori di cocaina segnalati alla Prefettura da polizia e guardia di finanza nell’ambito dell’operazione Linus, che nell’autunno scorso aveva portato a cinque arresti.

Ora il pm Davide Greco ha chiuso le indagini.

In carcere a Quarto resta Marcello Delaude, 68 anni, il più anziano dei cinque. Ex imprenditore condannato più di dieci anni fa per bancarotta, Delaude è sospettato di numerose cessioni di droga. Rovente il suo telefono, intercettato dagli investigatori della Squadra mobile della questura e del nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme gialle. Delaude, secondo le accuse riceveva numerose chiamate. Si fissava un appuntamento nelle vicinanze di alcuni bar del centro o delle abitazioni dei clienti, dove avveniva lo spaccio. Il suo legale, l’avvocato Federica Daccà, contesta le ipotesi accusatorie: «Al mio cliente sono stati sequestrati pochi grammi di cocaina per uso personale. Per il resto, si tratta di droga “parlata” e mai realmente trovata dalla polizia. Gli inquirenti ritengono che nelle conversazioni intercettate venisse utilizzato un linguaggio criptico, in realtà erano dialoghi tra amici». Delaude è uno di coloro ai quali vengono attribuite cessioni di sostanza stupefacente anche a personaggi della borghesia astigiana che per motivi di lavoro intrattengono contatti con la pubblica amministrazione. Indagando su una presunta turbativa d’asta per la costruzione di una rotonda nella periferia della città, polizia e Finanza avevano captato un dialogo nel quale secondo le accuse si faceva riferimento a cocaina ed avevano deciso di estendere gli accertamenti. Nelle maglie delle forze dell’ordine erano finiti anche altri presunti spacciatori: i fratelli Francesco e Alessandro Alongi, 42 e 38 anni, commercianti residenti nel quartiere Praia e Davide Battiston, 44, ex dipendente di una concessionaria d’auto. Difesi dall’avvocato Andrea Furlanetto, hanno ottenuto gli arresti domiciliari. Resta al momento in cella Gaetano Schillaci, 32, operaio incensurato, mentre un giovane di origine albanese è latitante da tre mesi.

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